domenica 30 ottobre 2016

Step 4: I colori nel mito

Il colore marrone scuro, come il marrone in generale, non riveste un ruolo centrale nella mitologia*. Quando è citato, è più che altro per descrivere le caratteristiche fisiche o dell’abbigliamento di qualche personaggio.
Ecco alcuni esempi:


Una tinta marrone copre il corpo dei Draugr, creature non-morte della mitologia norrena. Il draugr vive nella tomba dei vichinghi morti, e ne costituisce il corpo. Queste creature avevano una forza sovrumana, la possibilità di ingrandirsi a piacimento e portavano con sé l'inconfondibile odore della decomposizione; erano altresì conosciute per la loro capacità di alzarsi dalla tomba sotto forma di fili di fumo e "nuotare" attraverso rocce solide.


"Goblin Dark-Dwellers", Steven Belledin
per Magic the Gathering, Wizards of the Coast.
Marrone può essere la pelle dei Goblin, creature maligne del folklore europeo e molto presenti in numerosissime ambientazioni fantasy. Queste creature possono avere anche la pelle di colore verde, a seconda della fonte che si consulta o della fantasia dell'autore.

Marrone era il vestito di sacco di Parsifal (personaggio del ciclo arturiano) con cui la madre Herzeloyde soleva proteggerlo dalle "contese" del mondo esterno (e questo accentua il significato, attribuito al colore marrone, di umiltà e sottomissione).

Di colore marrone scuro è il corpo del demone a otto code (Hachibi) Yamata no Orochi, nella mitologia giapponese. Si tratta di un serpente con otto teste e otto code attaccate a un singolo corpo. Ognuna delle sue teste è un simbolo: esse rappresentano "Anima", "Fantasma", "Male", "Diavolo", "Mostruosità", "Uccisione", "l'Altro Mondo" e "Morte".

La sua storia è narrata in quella che è definita la “leggenda delle bestie codate”, che racconta gli scontri tra nove bestie demoniache, ognuna dotata di un diverso numero di code (da una a nove). La leggenda narra come nell’antico Giappone nove divinità, ognuna rappresentante uno degli elementi della natura secondo la tradizione giapponese, fu sigillato in un sacrario. Da questi nacquero poi le nove bestie codate demoniache (Bijuu). Yamata No Orochi nacque dalla divinità degli Inferi.
Dotato originariamente di poteri deboli, riuscì a rubare una spada leggendaria, chiamata “Kusanagi no Tsurugi”, e ad assorbirne i poteri all’interno del proprio corpo diventando incredibilmente potente. Dopo aver sconfitto altre due bestie (il penta-coda e il bi-coda), tentò di liberarne altre cinque, intrappolate nei sacrari, con lo scopo di liberare il caos nel mondo. Fu però sconfitto dal demone a nove code.


E questa è solo una delle numerose leggende che riguardano questa figura.
Per ulteriori informazioni, rimando a questi due link (uno è in inglese).
https://it.wikipedia.org/wiki/Yamata_no_Orochi
http://www.spinserpent.com/2012/05/legend-of-eight-tailed-yamata-no-orochi.html


Una rappresentazione del demone Yamata no Orochi.


* Il colore marrone, a partire dall'etimologia, deriva dalla castagna. Anche questa, però, ritenuta uno dei frutti più umili della terra, non entra in alcun mito.

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