Il colore marrone scuro può essere identificato in vari modi: mediante le sue definizioni cromatiche (step 1), codici (quali l'esadecimale o l'RGB, come mostrato nello step 3), o anche mediante una serie di parole chiave, che ritengo lo descrivano abbastanza bene, e che ho riportato nella "cloud" dello step 24. Variante del marrone, in tutte le lingue del mondo è identificabile dal nome di quel colore in aggiunta all'aggettivo "scuro": sono molto rare le lingue che hanno un termine specifico per indicarlo (step 2). È un colore spesso associato, assieme al verde, alla natura, e quindi alla terra e al legno (step 6), e colora la pelliccia di certi animali, alcuni minerali (come la Wolframite, step 14) e alcuni alimenti, quali il cioccolato e la castagna, a cui il colore deve il nome nella lingua italiana (step 12). Si riscontrano pochissime presenze del marrone scuro nella mitologia (le poche, in cui si limita a colorare l'aspetto di alcune creature fantastiche, sono riportate nello step 4), e anche la saggezza popolare non lo utilizza con grande frequenza (nella maggior parte dei proverbi in cui appare, il termine "marrone" è riferito alla castagna, vedere lo step 8). Nelle arti pittoriche, si limita a colorare ciò che già naturalmente è marrone, oppure funge prevalentemente da sfondo (step 15 e 18, o anche l'utilizzo che se ne fa in alcuni dei film citati nello step 7). Le sue presenze in
ambiti quali architettura e design sono legati al suo essere il colore naturale
del legno (step 16 e 22). La necessità di riprodurlo, tuttavia, ha portato allo studio e allo sviluppo di tinture, come quella presentata nel brevetto allo step 17. Non è quello che viene tradizionalmente definito come un "bel colore" (l'esempio riguardo il fumetto, allo step 13, e l'ultimo esempio che riporto allo step 5, sono basati su questo fatto). Tuttavia, in alcune circostanze, e spesso nelle sue tonalità più scure, è visto anche come un colore elegante (vedere il logo allo step 11, gli emblemi allo step 10 o gli abiti allo step 20). Proprio per questo, il marrone scuro è considerato il colore dell'umiltà, ed è su questo concetto (un umile marrone scuro che descrive sé stesso) che ho incentrato la mia "anatomia" (step 19). Parte della fama del colore in questo senso deriva anche dal fatto che esso è, tradizionalmente, associato al saio dei Frati Francescani (step 23), ed è per questo che come "testimonial" del mio colore ho scelto Francesco d'Assisi (step 21). Per concludere, invito a vedere lo step 9, in cui sono riuscito a identificare ventisei oggetti, cose o persone legati al marrone scuro, una per ogni lettera dell'alfabeto.
La presenza del colore marrone scuro in architettura è quasi
esclusivamente legata al colore originario dei materiali costruttivi
utilizzati, quali alcuni tipi di pietra o, principalmente, il legno. È assai
raro che sia usato come tintura.
Come esempio di ciò riporto la Stazione della Slittovia del
Lago Nero, moderno esempio di architettura alpina, realizzata tra il 1946 e il 1947 a Sauze d’Olux su progetto dell’architetto
piemontese Carlo Mollino.
La struttura è composta da una moderna base in calcestruzzo
armato, su cui l’architetto poggia una struttura tradizionale, quella di una
baita, reinterpretata però alla luce delle teorie del Movimento Moderno:
introduce infatti, su una delle facciate, una finestra a nastro. Tutta questa
parte superiore della struttura, realizzata in legno lasciato al naturale,
mantiene il colore marrone scuro.
Carlo Mollino, Stazione della Slittovia del Lago Nero, Sauze d'Olux, 1946-47
In questo post ricerco un’opera d’arte pittorica in cui il
colore marrone scuro sia prevalente.
E. Delacroix, La Barca di Dante, 1822
L’opera che ho scelto è “La Barca di Dante” (“La Barque de
Dante”) di Eugène Delacroix, pittore romantico francese. L’opera raffigura
Dante e Virgilio che vengono traghettati da Flegias attraverso la palude
Stigia, in cui si trovano immersi gli Iracondi, i dannati condannati al quinto
cerchio. Il colore marrone scuro è prevalente nello sfondo, soprattutto nella città di Dite (in alto a sinistra) e anche nella barca di Flegias. Anche l’abito
indossato da Virgilio è di colore marrone scuro.
Il quadro, un olio su tela, è stato realizzato nel 1822 ed è attualmente esposto al
Museo del Louvre a Parigi.
La presenza del colore marrone scuro nel design deriva
soprattutto dal fatto che questo è il colore di numerosi tipi di legno. Gli
oggetti di design di questo colore sono infatti, per lo più, oggetti che hanno
componenti di legno lasciate a vista e non colorate.
L’esempio che intendo citare è uno dei primi oggetti
considerati “di design”, ed è la Sedia Thonet n°14 del 1859. Conosciuta anche
come sedia da caffè o sedia di Vienna, è uno dei primi mobili costruiti
piegando il legno con il vapore. L'oggetto è stato prodotto dall'azienda fondata dal suo progettista, la Thonet.
Sedia n°14, Michael Thonet, 1859
La sedia 14 è uno dei primi oggetti citati da Renato de
Fusco nella sua “Storia del Design”, come uno dei primi casi di design internazionale.* *R. De Fusco, Storia del Design, Laterza, Bari, 2016, pp. 56-66
Per questo step, ho ricercato la presenza del colore marrone scuro nella pubblicità.
Leonetto Cappiello, Thermogène, 1909
Ho scelto questo manifesto, realizzato da Leonetto Cappiello, cartellonista dell'Art Nouveau italiana, nel 1909. Il prodotto, un'ovatta rivulsiva, è pubblicizzata da una sorta di pierrot vestito di verde, su uno sfondo completamente marrone scuro.
Riporto qui due vignette in cui è stata riscontrata la
presenza del colore marrone:
Le vignette riportate sono tradotte in inglese. Essendo tratte da un fumetto giapponese,
la lettura dei baloon va da destra verso sinistra, al contrario rispetto alla
lettura occidentale.
Il fumetto in questione è “Sket Dance”, fumetto giapponese
(manga) di Kenta Shinohara. Le presenti vignette sono tratte dal capitolo 67,
stampato nell’ottavo volume della serie, pubblicato il 4 giugno 2009 in
Giappone dalla Shueisha e il 25 ottobre 2012 in Italia dalla Panini Comics. La pagina completa da cui sono tratte le vignette: http://www.mangaeden.com/it/en-manga/sket-dance/67/6/
Il saio dei frati è tradizionalmente marrone scuro, in quanto questo colore è simbolo di umiltà. Vedere U = Umiltà.
T = Thonet, Michael Ebanista, autore della celebre Sedia n°14. La maggior parte dei suoi prodotti, realizzati in legno lasciato a vista e non colorato, sono di colore marrone o marrone scuro.
W = Wolframite Minerale dalla colorazione che va dal grigio al marrone scuro.
X = XIII Canto dell’Inferno
Il colore marrone scuro è il colore prevalente nel tredicesimo canto dell'Inferno nella Divina Commedia di Dante Alighieri, come fatto notare in "Quattro colori dell'Inferno".
Il colore marrone non è certo una presenza dominante nei
titoli dei film, e tanto meno il marrone scuro, che pare apparire nei titoli di
sole tre opere: due film americani per la televisione (uno del 1957 e uno del
1964) e “Dark Brown Eyes”, corto canadese del 2016, della durata di otto
minuti, su una ragazza che combatte contro i pregiudizi relativi alla religione
islamica.
Copertina dell'edizione DVD de "L'uomo dall'abito marrone" per la Agatha Christie Collection
Allargando il campo al colore marrone, i risultati
aumentano, ma non di molto, e in alcuni titoli il termine “Brown” è parte del
nome di un personaggio (“Jackie Brown” di Quentin Tarantino).
Tra gli altri film, troviamo “L’Uomo dall’Abito Marrone”,
film per la TV del 1989, tratto dall’omonimo romanzo di Agatha Christie, in cui
una ragazza è presa nel mirino da un assassino per aver trovato dei diamanti
rubati e nascosti nella cabina di una nave. L’uomo dall’abito marrone del
titolo è un personaggio che, all’inizio della storia, perde un foglietto che
indirizzerà la protagonista verso la cabina e i diamanti.
“Brown Sugar” è una commedia romantica del 2002, diretta da
Rick Famuyiwa. Parla della relazione tra la vicedirettrice di una rivista
musicale che si occupa di Hip Hop e uno scopritore di nuovi talenti per una
casa discografica. Il titolo del film, oltre a contenere una citazione musicale
(può essere un riferimento all’omonima canzone dei Rolling Stones, famosissima,
ma anche “Brown Sugar (Extra Sweet)”, pezzo rap presente nella colonna sonora),
è stato scelto anche perché i protagonisti del film sono interpretati da due
attori afroamericani.
La Color Palette de "Il Re Leone", della Disney
Se invece estendiamo il discorso, oltre che al titolo, anche
alle tonalità di colore prevalenti in un film, il panorama diventa più ampio.
Il marrone è un colore caldo, ed è molto presente in film che usano, appunto,
colori caldi, come giallo, rosso e arancione. Un esempio è “Il Re Leone” della
Disney, film d’animazione del 1994 diretto da Roger Alles e Rob Minkoff.
Essendo ambientato nella savana africana, e avendo come protagonista un leone,
la sua palette è composta quasi esclusivamente di colori caldi, tra cui appunto
il marrone e il marrone scuro. Questi colori si possono trovare, oltre che
negli sfondi, anche nella criniera del protagonista, il leone Simba (anche se
in questo caso il colore tende più al rosso), nella pelliccia del principale
antagonista, Scar, e in quella del facocero Pumbaa, uno dei principali alleati
del protagonista.
Il marrone compare nella palette anche di entrambe le
versioni cinematografiche de “La fabbrica di Cioccolato”, anche se non come un
colore prevalente come potrebbe sembrare dal titolo e dal tema trattato. Se
nella prima versione (quella di Mel Stuart del 1971) i colori risultano
generalmente più chiari e allegri, in quella di Tim Burton del 2005 le tonalità
sono molto più vicine al grigio e al blu, come tipico delle opere di questo
regista. Nonostante ciò, il cioccolato e il suo colore marrone sono comunque
presenti. Scena emblematica è, in entrambi i film, quella del fiume di cioccolato, appena il gruppo dei protagonisti entra nella fabbrica.
Cambiando completamente genere, un altro film nella cui
palette sono molto presenti il marrone e le sue varianti è “La Finestra sul Cortile” di Alfred Hitchcock del 1954. I colori della stanza in cui si trova il
protagonista e del muro in cui si trovano le finestre in cui lui guarda dalla
sua tendono molto al marrone scuro, pur non essendo colori particolarmente
caldi. Anche in alcune delle scene più buie, il marrone è comunque presente.
La Color Palette de "La Finestra sul Cortile" di Alfred Hitchcock
Scopo di questo post è citare dei brani di musica pop o rock in cui sia presente il colore di cui mi occupo, il marrone scuro.
Tra i tanti che possono esistere in tutto il panorama rock mondiale, ne ho selezionati quattro:
1) Old Brown Shoe
La copertina del singolo "The Ballad of John and Yoko / Old Brown Shoe", del 1969
“Old Brown Shoe” è una canzone dei Beatles scritta da George
Harrison e pubblicata per la prima volta nel 1969 come lato B del singolo “The
Ballad of John and Yoko”. La canzone, come detto dallo stesso autore nella sua autobiografia,
è scritta pensando alle opposizioni (giusto/sbagliato, alto/basso, presto/tardi…).
Il risultato è una bizzarra canzone d’amore che canta cose in apparente
contraddizione tra loro.
“Voglio un amore che sia giusto / ma giusto è solo la metà
di ciò che è sbagliato. / Voglio una ragazza dai capelli corti / che a volte li
porta lunghi il doppio. […] Inizierò in anticipo / per essere sicuro di non
fare tardi.”
Il colore marrone, presente nel titolo, non è in realtà
molto presente nella canzone: è citato una volta sola, nel primo ritornello:
“Now I'm stepping out this old brown shoe / Baby, I'm in love with you / I'm so glad you came here, it won't be the same now / I'm telling you”
Sembra voler essere solo un titolo bizzarro per una canzone altrettanto bizzarra. Inoltre non è neanche chiaro perché la “vecchia scarpa” citata debba essere proprio marrone. Né l’autore né i numerosi interpreti hanno fornito una spiegazione in questo senso. Ma, nonostante tutto, il colore marrone è comunque presente, e per questo ho ritenuto necessario citare anche questa canzone assieme alle altre, ma senza allegare il testo completo, che si può comunque trovare qui.
Versione live registrata dal solo George Harrison
2) Brown Eyed Handsome Man
Etichetta del lato B del singolo "Too Much Monkey Business / Brown Eyed Handsome Man", del 1956
“Brown Eyed Handsome Man” è un brano scritto e interpretato
da Chuck Berry, pubblicato nel 1956 come lato B del singolo “Too Much Monkey
Business”, e in seguito sul suo primo album “After School Session” dell’anno
successivo. La presenza del colore marrone qui è particolarmente importante, in
quanto nel testo Berry si diverte a prendere in giro comportamenti sciocchi e
paure legate agli uomini di colore. Infatti, definendosi un “Bell’uomo dagli
occhi marroni”, Berry si riferisce ovviamente anche al colore della sua pelle. Per
questo la studiosa Martha Beyles fa notare che all’epoca il fatto che il “bell’uomo
dagli occhi marroni” Berry si definisse molto appetibile agli occhi delle
femmine bianche all’epoca oltraggiò tantissime persone. Bruce Eder, critico, fa
notare che il brano dimostra come Berry potesse toccare anche argomenti
sensibili o provocatori, se li mascherava con abbastanza ritmo e con chitarre,
bassi e batterie dal volume abbastanza alto.
Traduco alcuni brani del testo significativi in questo
senso:
“Arrestato per disoccupazione / sedeva al banco dei
testimoni. / La moglie del giudice chiamò il pubblico ministero / dicendogli di
liberare quel bell’uomo dagli occhi castani. / Se teneva al suo lavoro avrebbe
fatto bene a liberarlo.” (prima strofa)
“La splendida figlia non sapeva decidersi / tra un dottore e
un avvocato. / Sua madre le disse di andare a trovarsi / un bell’uomo dagli occhi
castani / come suo padre.” (quarta strofa)
La canzone, divenuta un classico del Rock ‘n’ Roll, presenta
numerose versioni cover. Tra le altre sono notevoli quelle di Buddy Holly, Nina
Simone, Paul McCartney e Johnny Cash con Carl Perkins.
Il testo completo:
Arrested on charges of unemployment
He was sitting in the witness stand
The judge's wife called up the district attorney
Said you free that brown eyed man
You want your job you better free that brown eyed man
Flying across the desert in a TWA
I saw a woman walking across the sand
She been a-walkin' thirty miles en route to Bombay
To get a brown eyed handsome man
Her destination was a brown eyed handsome man
Way back in history three thousand years
Back every since the world began
There's been a whole lot of good women shed a tear
For a brown eyed handsome man
That's what the trouble was brown eyed handsome man
Beautiful daughter couldn't make up her mind
Between a doctor and a lawyer man
Her mother told her daughter go out and find yourself
A brown eyed handsome man
That's what your daddy is a brown eyed handsome man
Milo Venus was a beautiful lass
She had the world in the palm of her hand
But she lost both her arms in a wrestling match
To get brown eyed handsome man
She fought and won herself a brown eyed handsome man
Two, three count with nobody on
He hit a high fly into the stand
Rounding third he was headed for home
It was a brown eyed handsome man
That won the game, it was a brown eyed handsome man
3) Brown Sugar
“Brown Sugar”, composta da Mick Jagger e Keith Richards, è un brano dei Rolling Stones, traccia d’apertura del loro nono album “Sticky Fingers”. Come nel brano citato in precedenza, il colore marrone indica la pelle di uomini e donne di colore. Sebbene il termine Brown Sugar (letteralmente “Zucchero Marrone”) in slang indichi un tipo di Eroina, e la canzone è spesso vista come uno dei numerosi brani sulla droga, questo parla in realtà delle schiave africane vendute a New Orleans e spesso violentate dai loro padroni. Sebbene l’argomento sia decisamente serio, il testo appare solo come un brano rock decisamente divertito riguardo un uomo bianco che ha un rapporto sessuale con una donna nera. A questo riguardo, Mick Jagger nel 1969 dichiarò:
“Ce n'ho una nuova anch'io. Non c'è ancora il testo, ho solo qualche verso in testa... si chiama Brown Sugar, e parla di una donna che si fotte uno dei suoi servitori neri. All'inizio l'avevo chiamata Black Pussy, "Fica nera", poi ho pensato che fosse un titolo un po' troppo diretto, un po' troppo esplicito.”
Il brano figura nella classifica delle “500 migliori canzoni” secondo la rivista Rolling Stone*, alla 495esima posizione.
Gold Coast slaveship bound for cotton fields
Sold in a market down in New Orleans
Scarred old slaver know he's doin' alright
Hear him whip the women just around midnight
Brown sugar, how come you taste so good
Brown sugar, just like a young girl should Drums beating, cold
English blood runs hot
Lady of the house wond'rin where it's gonna stop
House boy knows that he's doin' alright
You should a heard him just around midnight Brown sugar, how come you taste so good
Brown sugar, just like a young girl should
Brown sugar, how come you taste so good
Brown sugar, just like a black girl should I bet your mama was a Tent Show queen
And all her boyfriends were sweet sixteen
I'm no school boy but I know what I like
You should have heard me just around midnight Brown sugar, how come you taste so good
Brown sugar, just like a young girl should
I said yeah, I said yeah, I said yeah, I said oh
4) Shpalman ®
“Shpalman ®” è una canzone del 2003, scritta e interpretata da Elio e le Storie Tese, gruppo milanese di rock demenziale. Come è tipico del gruppo, il brano presenta un testo decisamente goliardico su quella che è una base musicale suonata in maniera impeccabile (gli Elii sono dei musicisti eccellenti). Il testo è una sorta di sigla per un ipotetico programma televisivo che parla di un supereroe inventato, Shpalman appunto, che “punisce” i suoi nemici imbrattandogli il volto con degli escrementi. Non credo di dover spiegare perché il colore marrone sia molto presente nel brano pur essendo esplicitamente citato una volta sola. Ma se il testo appare sciocco e permeato da un umorismo decisamente infantile, la base mostra la grande cultura musicale di cui sono dotati Elio e il suo gruppo: il tema del ritornello è infatti preso dall’"Achille et Polixène" di Jean Baptiste Lully e Pascal Collasse. La citazione all’opera barocca è dichiarata dal gruppo, che inserisce la versione originale come sottofondo di un dialogo tra gli Elii e Claudio Bisio, al termine della traccia “Gimmi I.”, pubblicata sullo stesso album, “Cicciput”.
Fra le maschere che un uomo può indossare ricordiamo l'argilla.
Fra le maschere che un uomo può indossare come non citare il bronzo?
C'è la maschera di ferro, c'è la maschera di Pippo,
ma la maschera di merda te la fa solo Shpalman. [parlato] Dixie e le ragazze della palla al piede tornano domani, ma adesso è il momento della cazzuola di Shpalman! Un tamarro dietro l'angolo voleva incularmi la Vespa.
Un tamarro dietro un altro angolo voleva incularmi la catenina.
Ma io ho chiamato "Shpalman!"
Lui mi ha risposto "Dimmi"
E io gli ho detto: "Vieni qui che c'è bisogno di te per difendere me"
Attenti cattivissimi perchè è arrivato Shpalman,
che shpalma la merda in faccia
Aiuto arriva Shpalman
che tutti shpalmerà. Non c'è dubbio che Shpalman sia un amico con le mani in pasta.
E non credere che a Shpalman gli puoi dire "Tipo, adesso basta"
Perchè si chiama Shpalman e il nome dice tutto
e ad ogni farabutto tinge il viso color maron, poi lo asciuga col phon
ti rende shpalmatissimo
Perchè si chiama Shpalman e shpalma la merda in faccia
aiuto arriva Shpalman che tutti shpalmerà
Eroe dei nostri tempi non temi il faccia a faccia
di merda una focaccia sul volto shpalmami Facc! Zic! Briff! Rottprot! Mingh! Pat Pat! Zic! Zum! Patatracchete! Uelalalala! Che super sballo! Nella confezione di Shpalman megatransformer super action trovi la cartolina del concorso "spalma il tuo compagno di banco" e vinci la cazzuola laser di Shpalman. Perchè è arrivato Shpalman che shpalma la merda in faccia
aiuto arriva Shpalman che tutti shpalmerà
autografi la faccia di tutti i miei nemici
e il volto gli incornici con pezzi di pupù Arrivederci Shpalman, ci mancherai di brutto
ed ogni farabutto shpalmato resterà
Copertina e CD singolo di "Shpalman" di Elio e le Storie Tese, 2003
* il fatto è citato con la consapevolezza che una classifica
del genere dica poco o nulla sulla qualità della canzone in sé, o anche sulla
sua importanza nella storia.