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giovedì 17 novembre 2016

Step 17: Un brevetto

Avevo già riscontrato la presenza del colore marrone scuro in un brevetto, allo Step 10.

In questo post, invece, intendo ricercare il colore marrone scuro nel più antico brevetto che riesco a trovare.

Il brevetto in questione risale al 1890, rilasciato ai signori Moritz Ulrich e Johann Bammann, i quali ritengono di avere prodotto un “nuovo e utile miglioramento all’industria della colorazione”. I due, infatti, brevettano qui una tipologia di tintura marrone derivante dal “Marrone Bismarck”, la quale, mentre è ancora allo stato di polvere, ha il colore marrone scuro.


La formula chimica della tintura (B indica il marrone Bismarck)

giovedì 10 novembre 2016

Step 14: Chimica

Wolframite
Il marrone scuro è il colore di alcuni minerali, tra cui:
La biotite, un fillosilicato ferrifero appartenente al gruppo delle miche. Il suo colore è molto scuro, a causa della presenza del ferro, e va dal verde al marrone. È chiamata anche mica nera o mica ferrifera;
La wolframite, tungstato misto di ferro e manganese. Il colore scuro è dato, anche qui, dal ferro. Il minerale è tra l’altro una delle fonti primarie per l’estrazione del tungsteno.

Esistono anche alcuni pigmenti inorganici che permettono una colorazione marrone scuro.
Spinello
Si tratta principalmente di alcuni minerali del gruppo degli spinelli, usati come coloranti per la ceramica e la plastica. La maggior parte degli spinelli è usata per colorazioni scure, marroni e nere. In particolare, quelli basati su Fe-Cr-Zn-Mn sono usati come smalti marrone scuro per invetriare le ceramiche.


Il nerofumo, pigmento ottenuto per combustione di sostanze oleose, spesso contiene degli oli incombusti, che gli danno un colore che tende al marrone scuro. Questo, però, non è il colore che si cerca di ottenere con questo pigmento.

Tra i pigmenti organici troviamo invece la melanina, responsabile della colorazione della pelle umana. Per approfondire questo argomento invito a vedere lo step 6.

Maggiori informazioni sui pigmenti inorganici:

mercoledì 2 novembre 2016

Step 6: I colori nella scienza

Nella scienza è possibile trovare il colore marrone in numerosi ambiti.

Partiamo dalla fisica e dalle radiazioni luminose: come abbiamo già detto, il marrone è una variante dell’arancione, colore dello spettro visibile che ha frequenza 484-508 THz e lunghezza d’onda che va dai 590 ai 620 nm. Il marrone non compare nell’arcobaleno, poiché non è possibile regolare l'intensità della luce solare responsabile dell'arcobaleno stesso.

Le radiazioni dello spettro solare


In altri ambiti, possiamo trovare il marrone scuro come colore di diversi elementi naturali. Eccone alcuni:

Il colore della pelle umana può variare dall’incolore (apparendo rosata a causa dei vasi sanguigni) al marrone scuro, ed è determinato dalla melanina, pigmento che causa la colorazione. Il colore più chiaro o più scuro non dipende, come si può pensare, da una concentrazione più elevata di questa sostanza, quanto piuttosto dalla presenza nei vacuoli che la contengono. Le cellule degli individui con la pelle scura hanno la melanina dispersa nel citosol (ovvero il liquido che si trova all’interno delle cellule), gli individui con la pelle chiara invece la melanina racchiusa in vacuoli (organuli cellulari delimitati da una membrana propria e contenenti il liquido vacuolare). In generale, persone che hanno antenati provenienti da regioni soleggiate hanno pelli più scure di persone con antenati da regioni meno soleggiate, a causa dell’adattamento evolutivo.

I chicchi del caffè sono spesso associati al colore marrone scuro, ma questo tuttavia non è il loro colore naturale, ma è dovuto alla tostatura (torrefazione). Processo simile riguarda il cacao, che tuttavia presenta un colore naturale tendente al rosso.

Chicchi di caffè con la colorazione originaria e in seguito a vari gradi di torrefazione.

Marrone scuro è anche il colore del pericarpo (buccia) della castagna, frutto che tra l’altro ha dato il nome al colore.


Sughero
Marrone è il colore della corteccia di molti alberi. Con corteccia spesso si intende l’intero insieme delle parti superficiali del tronco, costituito prevalentemente da cellule vegetali lignificate, che danno la colorazione brunastra, che può variare a seconda della tipologia delle piante. La corteccia è formata prevalentemente da un particolare tipo di tessuto cellulare, detto periderma. Viene prodotto dal fellogeno o cambio subero-fellodermico, un'area meristematica che si origina nella regione periferica degli organi predisposti a crescita secondaria. L'attività del fellogeno porta alla produzione del sughero (anch’esso di colore arancio-bruno) nella regione esterna e del felloderma internamente. Il sughero è formato da cellule morte a maturità, con pareti cellulari impregnate di suberina ed altre sostanze impermeabili che aiutano a ridurre l'evaporazione. Il felloderma è un tessuto parenchimatico con funzione di immagazzinamento.